Fonte : Wired
L’origine della sostanza psicoattiva ricavata dalla canapa è sempre la stessa, ma gli usi che se ne possono fare sono molto diversi. Per questo, quando si parla di cannabis, l’impiego terapeutico e quello ricreativo tendono a volte a confondersi. Quando poi si tratta della cosiddetta Cannabis di Stato, prodotta allo Stabilimento Chimico Farmaceutico militare di Firenze(Scfm), la chiarezza e la trasparenza devono essere d’obbligo.
Per Wired ne abbiamo parlato con Luca Guizzon, co-titolare della farmacia Campedello di Vicenza, che come avevamo già raccontato sarà la prima del territorio nazionale a ricevere il prodotto di origine italiana. “Quando si fa uso terapeutico della cannabis”, spiega Guizzon, “le dosi per singolo trattamento sono solitamente di 20-60 milligrammi, con rare occasioni in cui arriva a un massimo di 100 milligrammi. Questi limiti sono dovuti al fatto che si vogliono in ogni caso evitare effetti psicoattivi indesiderati, come confusione mentale o sensazioni spiacevoli”. Ragionando su periodi più lunghi, mensilmente si può arrivare a un consumo di qualche grammo: “al più le prescrizioni mediche arrivano 3 o 4 grammi al mese, ma solitamente sono molto inferiori”, chiarisce Guizzon sulla base di un’esperienza maturata in tre anni di attività in cui si è occupato della vendita nella propria farmacia di cannabis terapeutica di origine olandese. Le dosi impiegate nell’uso ricreativo sono solitamente maggiori: alcune statistiche di mercato hanno stabilito che ogni utilizzo richiede mediamente dagli 0,3 agli 0,4 grammi di cannabis, ma non è raro arrivare anche a 1 o 2 grammi in un solo consumo. “Il rischio che della cannabis terapeutica si faccia un uso improprio mi sembra molto remoto” , continua Guizzon, “anche per una questione di costi”. La cannabis di Stato viene infatti venduta con un prezzo di partenza di poco meno di 7 euro al grammo, a cui si devono aggiungere l’iva, le spese di spedizione e il costo del lavoro della farmacia. Alla fine il prezzo al grammo dovrebbe restare al di sotto dei 15 euro, molto vantaggioso rispetto al prodotto terapeutico equivalente di origine olandese (24 euro al grammo) ma probabilmente fuori mercato rispetto a ciò che si può trovare, illegalmente, altrove e per uso ricreativo. Il punto di partenza resta comunque la ricetta medica. “Senza ricetta non si va da nessuna parte”, chiarisce Guizzon, “e gli stessi medici prescrivono cannabis solo nei casi in cui le altre terapie non sono più efficaci”. L’ulteriore garanzia che si facciano solo utilizzi propri del prodotto è la burocrazia, che rende l’accesso ai prodotti complicato e ben regolamentato. Potenzialmente, comunque, presto ogni farmacia potrebbe avere cannabis terapeutica a disposizione, una volta completati tutti i passaggi amministrativi del caso.“Qualunque farmacia può fare richiesta di cannabis terapeutica”, aggiunge Giuzzon, “sia per quella italiana sia per quella importata dall’estero”. La farmacia Campedello è arrivata prima solo perché è stata la più rapida a fare la richiesta, inoltrandola lo scorso 19 dicembre. Presto a ruota ne seguiranno altre, che potranno ordinare i flaconi da 5 grammi di infiorescenze macinate messi a disposizione dallo stabilimento fiorentino. Ogni singola farmacia continuerà comunque a gestire piccole quantità per volta, dal momento che la durata dei prodotti è di appena qualche mese (i primi flaconi in distribuzione scadranno a maggio). L’arrivo dei flaconi italiani è previsto per la prossima settimana, dal momento che la sezione vendite dello stabilimento chimico riaprirà il 9 gennaio dopo la pausa natalizia. “Avere una provenienza italiana”, continua Guizzon, “è anche un’ulteriore garanzia di qualità, perché sappiamo di avere un prodotto analogo a quello estero dal punto di vista della varietà, ma sul quale abbiamo un controllo più da vicino”. Guizzon ha confermato a Wired che oggi i pazienti sono costretti a spostarsi da un comune all’altro o e a volte anche a cambiare regione per poter trovare una farmacia che venda cannabis. Alla Campedello si contano una ventina di ricette al mese:“si tratta di una richiesta in crescita”, spiega il farmacista, “e soprattutto in questi giorni stiamo ricevendo molte telefonate di pazienti potenzialmente interessati alle terapie”. Il consiglio rimane sempre di rivolgersi ai medici, che ultimamente – come ci ha confermato Guizzon – si sono dimostrati i primi interessati a comprendere caratteristiche e potenzialità di questo tipo di terapia. Comments are closed.
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