Fonte : Cannabis
Uno degli aspetti più positivi della legalizzazione della Cannabis è che il consumatore può contare su un prodotto di alta qualità, regolamentato e controllato dall’industria senza essere manipolato dalla criminalità organizzata. Ovviamente, si tratta di una buona notizia per coloro che vivono in Paesi dove l’uso della marijuana è stato legalizzato e regolamentato. Tuttavia, la maggior parte dei consumatori di Cannabis devono fare ancora i conti con il proibizionismo e ciò significa acquistare marijuana da fonti poco affidabili. Uno dei principali problemi per coloro che si approvvigionano da mercati illegali, oltre alle ovvie questioni giuridiche, è la qualità del prodotto. Nei Paesi dove la Cannabis è ancora illegale ci si può facilmente imbattere nella cosiddetta “marijuana contaminata”. QUALI AGENTI CONTAMINANTI POSSO TROVARE NELLA MARIJUANA? La Cannabis può essere contaminata da diverse sostanze. Negli Stati Uniti la marijuana tagliata viene spesso chiamata “grit weed”, ovvero erba dalla consistenza sabbiosa o granulosa. Tutta la marijuana tagliata o contaminata con sostanze estranee viene chiamata con questo nome. La “grit weed” può essere una marijuana tagliata con zucchero o sabbia di vetro o silice, per aumentare considerevolmente il peso delle cime e renderle apparentemente più cariche di tricomi. Secondo alcune testimonianze, gli spacciatori aggiungono anche detersivo in polvere sulle infiorescenze per ingannare gli acquirenti e far loro pensare che sia una varietà dall’elevata produzione di “kief”. Altri arrivano addirittura a spruzzare gasolio, profumi al sapore di Skunk o particolari fragranze liquide. I più creativi conservano le cime d’erba in contenitori chiusi con formaggi stagionati o bucce di frutta matura, per apportare i popolari profili aromatici di alcune delle più famose varietà di Cannabis del mercato. Può essere considerata contaminata anche una marijuana non sottoposta ad un adeguato lavaggio delle radici. Il lavaggio delle radici, conosciuto anche come “flush”, consiste nell’irrigare il substrato con grandi quantità d’acqua durante gli ultimi giorni di fioritura, per lisciviare le sostanze nutritive accumulatesi nel substrato durante la crescita delle piante. Per ottenere cime di prima qualità, bisogna sempre realizzare un corretto lavaggio delle radici prima di procedere al raccolto. Il “flush” è considerato un passo fondamentale per gran parte dei coltivatori di Cannabis. Quando non viene realizzato, le cime possono risultare aspre, con sapori ed odori chimici e poco gradevoli. Infine, alcuni spacciatori tagliano l’erba con altre sostanze stupefacenti, più pesanti e pericolose. Fortunatamente non accade spesso, ma in alcuni casi si aggiungono sostanze più forti per nascondere la scarsa qualità dell’erba venduta. Alcune persone aggiungono volontariamente cocaina o LSD nelle canne, per consumare il cosiddetto “primo” o “spinello arcobaleno”. I PERICOLI DELLA MARIJUANA CONTAMINATA I pericoli della marijuana contaminata sono ovvi. La maggior parte dei prodotti aggiunti nelle infiorescenze di Cannabis tendono ad aumentare i suoi effetti e odori (come il carburante, il vetro, il silice, i detersivi e i profumi), ma le loro componenti chimiche sono altamente tossiche e possono danneggiare seriamente il nostro organismo. Lo stesso vale per un qualsiasi altro prodotto come un fertilizzante aggiunto durante le crescita delle piante e non eliminato correttamente prima del raccolto. Non è raro che i coltivatori di Cannabis (soprattutto coloro che lavorano nei mercati illegali) utilizzino fertilizzanti chimici per aumentare le rese produttive o che spruzzino pesticidi e/o fungicidi contro parassiti e muffe. Quando le radici delle piante non vengono correttamente lavate, le sostanze chimiche rimangono all’interno dei tessuti vegetali e possono entrare nel nostro organismo attraverso i polmoni (quando si fumano o si vaporizzano le cime) o l’apparato digerente (quando si ingeriscono alimenti a base di Cannabis). Infine, qualsiasi altra sostanza aggiunta involontariamente nella marijuana può alterare gli effetti, causando situazioni poco gradevoli. COME POSSO VERIFICARE SE UNA MARIJUANA È CONTAMINATA Ovviamente, non possiamo verificare una contaminazione chimica a meno che non si abbia accesso ad un laboratorio scientifico opportunamente attrezzato. Tuttavia, esistono alcune strategie per testare la marijuana e verificare così se si tratta di una “grit weed” o di un’erba di qualità. Esaminate accuratamente le cime di marijuana con una lente di ingrandimento e verificate l’eventuale presenza di cristalli anomali e più grandi, soprattutto sulla superficie dei gambi. Provate anche a sbriciolare una cima tra le dita e sentite la sua consistenza, che non dev’essere sabbiosa. In caso contrario potrebbe contenere sabbia, vetro o zucchero. Eventualmente, usate un grinder con setaccio e verificate la qualità del kief che si accumula nell’apposito deposito o strofinate una cima su una calza di nylon. Successivamente, versate il kief su una superficie pulita e passatevi sopra il fondo di un bicchiere. Se sentite stridii strani, allora vuol dire che la vostra marijuana è stata tagliata. Normalmente, in questi casi l’erba contiene piccole particelle di vetro o silice. In alternativa, potete strofinare delicatamente il vostro kief sulla superficie di un vecchio CD inutilizzato ed osservate se compaiono piccoli graffi. Successivamente, valutate gli odori della marijuana. Inserite una cima in un barattolo o in una piccola busta di plastica ed avvicinate il naso. Fate un lungo e profondo respiro e cercate di definire ogni singolo aroma che potrebbe non sembrarvi familiare (come ad esempio un profumo o un deodorante). Una marijuana di buona qualità deve sprigionare solo profumi incontaminati e piacevoli all’olfatto. Potete anche prelevare un piccolo campione della vostra erba e valutare i suoi profumi ed odori fumandolo. Anche in questo caso, la marijuana di qualità deve avere un sapore ed un odore “buono”. Se doveste notare aromi strani e chimici, allora vi consigliamo di consumarla con una certa cautela e, se siete in tempo, di non acquistarla affatto. Un ultimo metodo per controllare se una marijuana è contaminata è osservare il colore della cenere delle canne o del braciere di una bonga. La Cannabis contaminata con fertilizzanti o pesticidi e la “grit weed” tendono a lasciare una cenere più compatta (di colore nero). Nel peggiore dei casi, la cenere può addirittura mantenere la sua posizione anche dopo essere stata ripetutamente sollecitata a ricadere nel posacenere. Ovviamente, questi casi sono più frequenti nei Paesi dove la Cannabis è illegale e, quindi, non regolamentata. Tuttavia, grazie alle recenti riforme che hanno consentito a molti Stati di legalizzare l’uso terapeutico e ricreativo della marijuana, ci auguriamo che sempre più consumatori possano avere accesso ad un prodotto affidabile e di ottima qualità. Comments are closed.
|
|